Terremoto Molise, l’esperto: “Riattivata la faglia di San Giuliano”.

A seguito del Terremoto di magnitudo Mw 4.6 del 28-03-2023 ore 21:52:45 (UTC) in zona: 2 km W Montagano (CB), il geologo Eugenio Auciello di Geosilsab Unimol (Università del Molise) ieri 29.03.2023 ha scritto: “Il meccanismo focale calcolato mostra un movimento trascorrente che, localizzato e contestualizzato nella geodinamica dell’area, ci fa capire che con ogni probabilità si è attivata la struttura dei terremoti di San Giuliano di Puglia del 2002. In particolare si è rotto un pezzo della faglia a ovest della seconda scossa che si ebbe il 1 novembre 2002″.  

Continua il geologo (credits: Adnkronos): “Una forte scossa di terremoto ha interessato l’area della valle del Biferno nei pressi di Montagano – si legge nel post – La scossa è stata avvertita molto forte con intensità intorno al V grado della scala MCS, con risentimenti che abbracciano all’incirca un quadrilatero con vertici Teramo-Roma-Napoli-Bari. La magnitudo momento, quella cioè che esprime meglio la grandezza del terremoto, è stata di Mw 4.6 ed è stata calcolata e pubblicata a poco più di mezz’ora dal sisma.

Questa magnitudo corrisponde a un momento sismico di 9,89E+15 Nm, il numeretto che esprime appunto la grandezza fisica del terremoto. Quel numeretto ci dice che ad originare il terremoto è stata una rottura di circa 5 km quadrati sulla faglia. La scossa si localizza oltre 10 km ad ovest della sismicità registrata nei giorni scorsi e ormai ieri nei pressi di Ripabottoni. Purtroppo questo elemento indica che l’area attiva è in realtà più ampia di quanto ritenuto fino a poche ore fa ed inoltre non si osserva al momento ulteriore attività lungo il tratto di faglia interposto tra le aree epicentrali della sequenza dei giorni scorsi e la scossa di 4.6. 

Come già fatto presente, la situazione è delicata perché, oltre a non poter escludere ulteriori scosse anche di magnitudo maggiore, si ritiene che questo possa essere anche uno scenario più probabile rispetto a quanto precedentemente valutato. Ricordiamo che queste osservazioni non costituiscono una previsione e non vogliono infondere allarmismo ma vogliono fornire una descrizione oggettiva dell’attività in corso e delle possibili evoluzioni”. 

Cosa aspettarsi (secondo il modello EqForecast)?

Il terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002, fu il 31 ottobre 2002, all h. 10:33 UTC, di M5.4. La seconda scossa fu il giorno seguente, alle 15:09 UTC, di M5.3.

Qui sotto avete le due mappe che abbiamo pubblicato nel 2022 con un articolo dedicato alla previsione sul medio periodo nelle zone a rischio sismico in Italia per terremoti >5 Richter, con il modello della precessione dei nodi lunari.

Cosa è il modello astronomico di precessione dei nodi lunarie quali sono le zone italiane a rischio sismico nel 2023 e 2024? Vedi DOI: 10.13140/RG.2.2.16867.02088

In base a queste mappe non risultano dal modello astronomico particolari pericoli per terremoti M>5 per la zona di San Giuliano di Puglia per il 2023 (1^ foto), ma risultano invece per il 2024 (2^ foto).

Il primo periodo più a rischio sismico per un M5+ (5 Richter o maggiore) in una delle 5 zone indicate dall’allegata mappa del rischio sismico 2024 risulterebbe secondo il modello gravitazionale Eqforecast dal 29 gennaio al 20 febbraio 2024, a causa del posizionamento critico dei pianeti del S.S. che il modello studia.

Dal punto di vista statistico, non abbiamo sulla mappa del 2023 terremoti storici (indicati dalle stelline colorate), accaduti a cicli di 9,3 anni del passaggio lunare, come vorrebbe il modello della precessione dei nodi lunari, secondo il quale i terremoti si ripetono nella stessa zona con questa ciclicità. Quindi da un punto di vista meramente statistico e di modellizzazione, il terremoto dell’altro ieri è giunto come totalmente inaspettato rispetto alla frequenza abituale. “C’è sempre una prima volta” si dice, e purtroppo era questa, per questo turno di ciclo lunare. Il che potrebbe significare che questo terremoto del 28.03.2023 costituisca l’inizio di una nuova sequenza ciclica di 9,3 anni. Ma di questo potranno essere sicuri soltanto i nostri figli.

Dovremo attendere il prossimo anno 2024 infatti per ritrovare invece una ben radicata ciclicità di terremoti, per la zona centrale d’Italia che arriva fino a ovest del Gargano (zone 3-4-5 della mappa 2024).

Tra le 5 zone indicate dalla mappa del 2024 c’è anche la zona n. 4, che è quella a cui appartiene l’attuale faglia di San Giuliano di Puglia. Da notare però che la probabilità maggiore non riguarda quell’area , ma ad esempio io mi preoccuperei di più per il centro dell’Adriatico (zona 3) o lo stretto di Messina (zona 5), che hanno probabilità maggiori.

Per capire come ho calcolato la probabilità nel 2024, il calcolo non è difficile: per ogni zona, ho confrontato il numero di terremoti avvenuti negli ultimi 120 anni con quelli avvenuti nei 13 cicli lunari di 9,3 anni (sempre durante gli stessi 120 anni). Ho evidenziato quindi con riquadro rosso le zone dove risulta una maggiore frequenza di terremoti nei 13 cicli lunari di 9,3 anni, rispetto a come si sono distribuiti invece in 120 anni, evidenziando la maggior probabilità, che in qualche modo riflette la maggior “sensibilità” di ogni faglia al ciclo lunare che – in base alla Letteratura scientifica vigente – innesca i terremoti.

Il modello EqForecast avrebbe preso il terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002?

la risposta è affermativa questa domanda, anche se non possiamo provarlo direttamente, perché l’Applicazione EqForecast per iOS e Android all’epoca non c’era.

Tuttavia dalle simulazioni che riguardano analisi sperimentali fatte su oltre 200 terremoti, fra cui il terremoto di magnitudo ML 5.4 del 31-10-2002 ore 10:33:00 (UTC) in zona: 1 km SW Bonefro (CB), la sequenza sismica del sismografo INGV utile all’identificazione dell’innesco ci fu e fu regolare, non irregolare e di tipo più raro, come quella del terremoto del 28 marzo 2023, di cui abbiamo parlato nell’ articolo di ieri. Quindi l’allerta dell’App sarebbe arrivata regolarmente perché rientrava in una casistica più generale.

Dal punto di vista della localizzazione epicentrale del terremoto del 2002, anche in questo caso la simulazione restituisce un’ottima stima dell’epicentro, avendo evidenziato in un’ipotetica mappa come quella che adesso è nella Home –> Mappa Visione Utente dell’App EqForecast, epicentro precursore che avrebbe allertato tutti gli utenti intorno all’area del terremoto a soli 7 km di distanza, fino almeno 10 minuti antecedenti alla scossa principale delle 10:33:00 (UTC).

Vuoi sapere di più sul Servizio di Allerta Pre-Sismica (SAP) di EqForefcast, che fornisce il rischio sismico teorico astronomico (ATR) per l’Italia dei prossimi 15 giorni? Clicca sul link.

Un caro saluto.

Stefano Calandra.

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