Un paio di anni fa avevo scritto in merito (v. articolo) sull’innalzamento del suolo ai Campi Flegrei in corso dal 1984.
Scrivevo in quell’articolo:
Manca inoltre un’eruzione nella caldera dei Campi Flegrei dal 1538, ossia da quasi 500 anni. A tal proposito un recente articolo scientifico del 2017 (v. https://www.earthquakesforecast.com/Nature_comm_2017.pdf ) dimostrerebbe come nella caldera dei Campi Flegrei in realtà l’attività relativa ad un prossimo parossismo sia già ricominciata a partire dal 1950.
Gli autori specificano che in base ai loro studi sulle deformazione delle rocce di superficie della caldera, lo stress accumulato nella crosta dei Campi Flegrei è attualmente (2017) circa quattro volte la sua possibile resistenza alla trazione e quindi si sta avvicinando ad un regime di deformazione anelastico, che può essere solo temporaneo, prima della rottura e quindi dell’eruzione.
“Il sollevamento già registrato di 4,2 m indica che il regime anelastico può continuare fino a raggiungere un totale sollevamento tra 5 e 10 m prima che si possa prevedere un’eruzione.”
I tre periodi di attività registrati dal 1950 ad oggi ai CF hanno deformato le rocce ad un punto abbastanza prossimo al massimo consentito dalla resistenza delle rocce: da ora in poi ogni sciame sismico, collegato ad un rapido innalzamento complessivo (dal 1950) di oltre i 10 metri del suolo dovrebbe indurre all’allerta, perchè oltre questo limite gli aumenti della deformazione agli stress litostatici accumulati possono scaricarsi solo tramite un movimento di faglia da cui l’attività magmatica può filtrare fino alla superificie. “Gli abitanti dei Campi Flegrei hanno sperimentato tre episodi di rapido sollevamento del suolo nel corso di sette decenni, senza un’eruzione. Ciò favorisce la visione che i sollevamenti rapidi costituiscano scarsi indicatori di imminente attività vulcanica”.
In una recente intervista al Prof. De Natale, vulcanologo INGV, egli afferma: “Possiamo dire solo con certezza che, finché perdura il sollevamento del suolo, la sismicità potrà solo aumentare. Dopo di che, oggi non c’è evidenza di intrusioni magmatiche superficiali, e questo è un bene. Ma è chiaro che in futuro, anche a breve scadenza, non possiamo escludere che tali intrusioni non avvengano».”
L’eruzione ai CF non sarebbe quindi imminente, ma suggerisce che sia in atto un processo evolutivo, dopo secoli di silenzio. Quindi in realtà la rapidità dell’innalzamento denoterebbe una bassa probabilità di attività vulcanica imminente, secondo lo studio e comunque lo ha detto anche De Natale nell’intervista.
Il team EqForecast