I terremoti con ipocentro profondo: il terremoto di Cosenza del 1.08.2024.

Terremoto di magnitudo Mw 5.0 del 01-08-2024 ore 19:43:19 (UTC) in zona: 4 km SW Pietrapaola (CS).

Il terremoto del 1 agosto 2024 a Cosenza, con epicentro a Pietrapaola e una magnitudo di 5.0, non ha causato danni significativi nonostante la sua intensità. Diverse ragioni spiegano questo fenomeno.

Innanzitutto, la profondità dell’epicentro è stata determinante: questo terremoto, verificatosi a circa 21 chilometri sotto la superficie terrestre, è stato il più profondo in terra degli ultimi 40 anni, in Italia. La profondità ha fatto sì che l’energia del sisma si disperdesse maggiormente prima di raggiungere la superficie, riducendo così l’impatto distruttivo. Un terremoto con un epicentro più superficiale avrebbe probabilmente causato maggiori danni, come accaduto in passato in altre aree con epicentri meno profondi.

Il Modello EqForecast ha previsto correttamente l’ora e il luogo del terremoto, ma non la sua magnitudo. Perché?

La statistica del modello EqForecast ci assicura di poter prevedere tutti i terremoti superficiali crostali più distruttivi, per oltre l’80-90% degli eventi, allertando meno del 3% del tempo di vita di una persona collegata all’app EqForecast per iOS e Android. In quel 10-20% di terremoti non prevedibili rientrano per lo più i terremoti con ipocentro profondo come quello di Cosenza.

La statistica che alimenta il modello EqForecast fornisce come risultato la stima della magnitudo dei terremoti futuri. Questo dato è visibile nella home dell’app EqForecast per iOS e Android. Per il giorno del terremoto di Cosenza, la magnitudo massima prevista dal modello era di 4.0; l’intero impianto statistico, che correla la magnitudo dei terremoti passati con le posizioni astronomiche dei pianeti del Sistema solare al momento del sisma, ha fornito questo dato. Tuttavia, questo impianto statistico si basa su dati relativi a terremoti del passato con profondità molto più superficiali.

Normalmente, i terremoti più profondi hanno il loro ipocentro in mare o in zone costiere e causano comunque pochi danni a cose e persone. Il modello EqForecast, quindi, al momento non riesce a prevedere correttamente i terremoti profondi (con ipocentro a profondità superiori a 19 km), i maremoti e le eruzioni vulcaniche.

Le shake maps INGV

Un’ulteriore riprova di quanto affermo sulla scarsa pericolosità delle scosse profonde risulta dalle mappe di scuotimento INGV. Per il terremoto di M5 di Cosenza si vedano le curve colorate nella Shake Map di INGV.Queste curve sono dette “isolinee” o “isoaccelerazioni”.

Queste curve rappresentano punti di uguale intensità di scuotimento sismico. Le isolinee collegano aree che hanno subito la stessa intensità di scuotimento, generalmente espressa in termini di Peak Ground Acceleration (PGA), che è una misura dell’accelerazione massima del terreno durante il terremoto. 

Più le curve sono vicine all’epicentro, maggiore è lo scuotimento registrato in quell’area.

Si vede come i colori riguardino valori di scuotimento  “deboli” o “leggeri”, e potenziali livelli di danno a cose persone  “nessuno” o al più, “molto leggero”. 

Le ShakeMap sono utilizzate per valutare rapidamente i potenziali danni subito dopo un terremoto, fornendo un’indicazione visiva della distribuzione dell’intensità del sisma sul territorio.

Un’analisi statistica dei terremoti crostali e profondi in Italia

Ad esempio, dal 1985 ad oggi, in Italia abbiamo avuto 40 terremoti di magnitudo 5 o superiore con epicentri crostali, cioè non marini (vedi figura).

Le profondità ipocentriche di ciascuno di questi terremoti portano a una statistica, come mostrato nella figura allegata: si può notare che il terremoto di Cosenza di qualche giorno fa è stato l’unico, in 40 anni, ad avere una profondità superiore a 20 km! I terremoti uguali o maggiori di 20 km di profondità sono solo 3, meno del 10%, costituendo gli eventi che potenzialmente il modello eqForecast potrebbe NON prevedere correttamente! Invece, i terremoti totali di magnitudo 5 o superiore, dal 1985 ad oggi, in area Adriatica/Ionica sono stati 96, di cui 56 con ipocentri marini o costieri, con profondità che variano da 25 km a 506 km.

Questi dati dimostrano quindi che il modello EqForecast funziona, ma non è tarato per i terremoti profondi. Questi ultimi, come spiegato, non causano danni diretti a cose o persone. Il modello EqForecast è dedicato e funziona esclusivamente per terremoti crostali, più superficiali e quindi più devastanti. Spero di avervi rassicurato sulla bontà del modello, di cui sono convinto e che ritengo possa salvare vite umane nei casi che veramente contano!

Miglioramenti futuri

A seguito dell’errore nella stima della magnitudo per il terremoto di Cosenza, stiamo implementando il sistema per utilizzare in maniera più efficace la statistica delle fasi lunari, correlata alle magnitudo di oltre 7.000 terremoti accaduti in passato. Questa statistica appare estremamente affidabile, anche se non può fornire una magnitudo precisa per un giorno specifico, ma solo le probabilità di diversi range di magnitudo per ciascun giorno di previsione. Questa statistica è già visibile cliccando sulla Luna che si trova in fondo alla home dell’app EqForecast: per ogni giorno ci fornisce già la statistica attesa delle magnitudo previste.

Un caro saluto.

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Stefano Calandra.

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